Anticorpi raggiunta in una specie diversa da cui l ’ antigene. Questi anticorpi diretti contro un 'ampia gamma di interspecies-specific Antigens, la più famosa delle quali sono Forssman, Hanganutziu-Deicher (H-D) e Paul-Bunnell (P-B). L ’ incidenza degli anticorpi di queste antigens--i.e., il fenomeno di anticorpo eterofilo response--is utile nel Serodiagnosis, patogenesi e prognosi di infezione e infettiva latente Stati cosi' come nel cancro.
Antigeni stimola la formazione di anticorpi heterophile o associazioni con sono antigeni filogeneticamente reazione crociata in diverse specie.
Un comune, infezione acuta causata dal virus di Epstein-Barr (herpesvirus 4, HUMAN). C'è un incremento di globuli bianchi e altri mononucleate linfociti atipici, linfoadenopatia, splenomegalia, e occasionalmente epatomegalia con l'epatite.
Un ibrido glycolipid antigene che induce produzione di antisheep hemolysin. È presente sul tessuto di molte specie ma senza nell ’ uomo. E 'presente in molti agenti infettivi.
Immunoglobuline molecole avere una specifica sequenza di aminoacidi in virtù del quale sono interagire solo con l ’ antigene (o con una forma simile) che inducono i loro sintesi nelle cellule della serie linfoide (specialmente PLASMA ematiche).
Autoanticorpi rivolto verso nuova epitopi creato come la cascata COMPLEMENT è attivato, e le proteine coinvolto cambiare conformations.
Immunoglobuline prodotti in risposta a VIRAL antigeni.
Sensibile per misurare certa antigeni, gli anticorpi, o virus, usando la loro capacità di aridosuoli certa eritrociti. (Dal 26 Stedman, cura di)
Passivo agglutinazione esami in cui l ’ antigene adsorbito su lattice particelle che poi si aggregano in presenza di anticorpi specifici per l ’ antigene adsorbito di Stedman, 26. (M)
I risultati del test positivo in soggetti che non hai le qualità per cui condotto. L'etichetta di soggetti sani come malato quando lo screening per l ’ individuazione di malattia. (Ieri, un dizionario di Epidemiologia, secondo Ed)
La proprieta 'di anticorpi che permette loro di reagire con qualche DETERMINANTS antigenica e non con gli altri. Specificità dipende dalla composizione chimica, forze fisiche sole e struttura molecolare al sito di legame.
Una tecnica usando gli anticorpi per identificare o quantificare una sostanza, di solito la sostanza di essere studiati serve come antigene entrambi in produzione di anticorpi e di determinazione degli anticorpi dal test.
Immunoglobuline prodotti in risposta agli antigeni batterica.
Anticorpi prodotti da un singolo clone di cellule.
Una classe di immunoglobulina con catene (immunoglobuline A Catene Mu mu). Le IgM COMPLEMENT. Il nome deriva dal suo alto peso molecolare e inizialmente essere chiamato macroglobulin.
La principale lezione di immunoglobulina umana normale isotype siero... ci sono diversi isotype sottoclassi di IgG, per esempio, IgG1, e tipo IgG2 IgG2B.
Reagente in commercio, i dispositivi di concorso, contenente tutte le componenti principali e letteratura necessario eseguire una o più designato esami diagnostici o le procedure possono essere di laboratorio o uso personale.
Il tipo specie di sottofamiglia il linfocriptovirus, GAMMAHERPESVIRINAE, infettando le cellule B nell ’ uomo. E può essere dell ’ agente di mononucleosi infettiva ed è fortemente associato al orale (leucoplachia leucoplachia peloso, peloso;), Burkitt linfomi; e di altri tumori maligni.
La produzione di anticorpi da proliferando linfociti B e differenziata sotto stimolazione da antigeni.
Anticorpi a ridurre o abolire un ’ attività biologica di un antigene solubile o agente infettivo, di solito un virus.
Una misura del legame tra forza e un semplice hapten o degli anticorpi antigene determinante. Dipende dalla vicinanza di stereochemical inserito tra i siti e combinare degli anticorpi antigene determinanti, la dimensione dell'area di contatto tra loro, e sulla distribuzione dei carichi e Hydrophobic gruppi, che comprende il concetto di "per il livello di avidita '.", che si riferisce alla forza del antigen-antibody legame reversibile dopo la formazione di complessi.
Test per l ’ antigene tessuto utilizzando un metodo, mediante coniugazione di anticorpi con una tintura fluorescente fluorescente tecnica, ADDEBITI DIRETTI (anticorpi) o indiretto antigen-antibody, formazione di complessi che viene poi etichettata con fluorescein-conjugated anti-immunoglobulin anticorpo (anticorpi fluorescenti tecnica, indiretta). Il tessuto e 'poi esaminato mediante microscopia in fluorescenza.
Anticorpi che reagiscono con i singoli fattori strutturali (idiotopes) sulla regione variabile di altri anticorpi.
In superficie locale anticorpi che reagiscono con l ’ antigene in determinante antigeni (epitopi. Sono formate a parti della variabile regioni della FAB FRAGMENTS.
Anticorpi reattivi con HIV antigeni.
Lavora con informazioni articoli su argomenti in ogni campo della conoscenza, di solito organizzate in ordine alfabetico, o un lavoro simile limitata ad un particolare campo o soggetto. (Dal ALA glossary of Library and Information Science, 1983)
Herpes simplex, causate da virus di tipo 1, soprattutto diffusa dalle secrezioni orale e di solito occurring as a una concomitante di febbre. Potrebbe anche sviluppare in assenza di febbre o prima. Comunemente prevede la regione facciale, in particolare le labbra e le narici. (27) Dorland, Ed.
Un gruppo di infezioni acute causate da virus herpes simplex tipo 1 o 2 caratterizzata dallo sviluppo di uno o più piccole vescicole piene di liquido eritematoso base in rilievo sulla pelle o le mucose. Si manifesta una infezione primaria o come si ripresenta a causa di una riattivazione di una infezione latente. (27) Dorland, Ed.
Un vivo, attenuato il virus della varicella vaccino usato per l ’ immunizzazione contro la varicella. È raccomandato per bambini di età compresa tra 12 mesi e 13 anni.
Il tipo specie di ROSEOLOVIRUS isolati dai pazienti con AIDS e altri DISORDERS linfoproliferative. Infetta e si riproduce in fresca e linee di cellule ematopoietiche e cellule di origine neurale, sembra attuarsi mediante l ’ attività cellulare. NK HBLV HHV-6; (anticorpi) sono aumentate nei pazienti con AIDS, sindrome di Sjogren, sarcoidosi, Sindrome di Affaticamento Cronico, e alcuni HHV-6 neoplasie maligne. E 'la causa della sesta Malattia ed e' stato coinvolto in un'encefalite.
Una specie, GAMMAHERPESVIRINAE RHADINOVIRUS sottofamiglia isolati da pazienti affetti da sarcoma di Kaposi e "classico".

Gli anticorpi eterofili sono una classe particolare di anticorpi che si legano specificamente a determinati antigeni presenti su cellule o molecole estranee, ma non mostrano alcuna specificità per antigeni propri dell'organismo che li produce. Questi anticorpi vengono prodotti in risposta a infezioni virali o batteriche, oppure possono essere indotti da vaccinazioni o persino da fattori ambientali.

Uno degli esempi più noti di anticorpi eterofili è quello diretto contro l'antigene Thomsen-Friedenreich (Tf), un carboidrato presente sulla superficie di molte cellule tumorali e anche su alcune cellule normali. Questi anticorpi sono spesso utilizzati come marcatori diagnostici per la rilevazione di cellule tumorali nel sangue o nelle urine.

Un altro esempio famoso di anticorpi eterofili è quello diretto contro l'antigene cardiolipina, un fosfolipide presente nella membrana mitocondriale interna. Questi anticorpi sono associati a diverse malattie autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico (LES) e la sindrome da anticorpi antifosfolipidi (APS).

In sintesi, gli anticorpi eterofili sono una classe di anticorpi che si legano specificamente a determinati antigeni estranei, ma non mostrano alcuna specificità per antigeni propri dell'organismo che li produce. Sono importanti marcatori diagnostici e possono essere utilizzati per rilevare la presenza di infezioni o malattie autoimmuni.

Gli antigeni degli eterofili, anche noti come antigeni isohemagglutinini o antigeni isoagglutinini, sono antigeni presenti sulla superficie dei globuli rossi che possono causare l'agglutinazione (cioè l'aggregazione) dei globuli rossi di un individuo quando vengono a contatto con gli anticorpi eterofili di un altro individuo.

Esistono due tipi principali di antigeni degli eterofili:

1. Antigene A: presente sulla superficie dei globuli rossi di individui di gruppo sanguigno A e di alcuni individui di gruppo sanguigno AB.
2. Antigene B: presente sulla superficie dei globuli rossi di individui di gruppo sanguigno B e di alcuni individui di gruppo sanguigno AB.

Gli anticorpi eterofili corrispondenti a questi antigeni sono naturalmente presenti nel sangue di molte persone, anche prima di qualsiasi esposizione ai globuli rossi estranei. Ad esempio, le persone con gruppo sanguigno O hanno anticorpi anti-A e anti-B nel loro sangue, che possono causare l'agglutinazione dei globuli rossi di individui con gruppo sanguigno A o B se trasfusi.

Gli antigeni degli eterofili sono importanti in diversi contesti medici, tra cui la compatibilità del sangue durante le trasfusioni e la determinazione del gruppo sanguigno delle donne in gravidanza per prevenire l'incompatibilità fetale-materna.

La mononucleosi infettiva, nota anche come "malattia del bacio" o "epstein-barr virus (EBV) infection", è una malattia contagiosa causata dal virus di Epstein-Barr. Si diffonde principalmente attraverso la saliva e i fluidi corporei, ad esempio durante il bacio o lo scambio di bevande e posate.

I sintomi più comuni della mononucleosi infettiva includono:

1. Fatica estrema
2. Mal di gola persistente e doloroso, spesso con ingrossamento dei linfonodi del collo e delle ascelle
3. Febbre alta e brividi
4. Mal di testa
5. Gonfiore della milza o del fegato
6. Eruzione cutanea (in alcuni casi)
7. Ingrossamento dei linfonodi in altre parti del corpo

La mononucleosi infettiva può anche causare complicazioni, come problemi al fegato e al cuore, difficoltà respiratorie e disturbi neurologici. Tuttavia, queste complicanze sono rare.

La diagnosi di mononucleosi infettiva si basa sui sintomi e sui risultati dei test di laboratorio, come il conteggio dei globuli bianchi e la rilevazione degli anticorpi contro l'EBV nel sangue.

Non esiste una cura specifica per la mononucleosi infettiva, ma i sintomi possono essere gestiti con farmaci da banco per alleviare il dolore e il disagio, riposo a letto e idratazione adeguata. In alcuni casi, possono essere prescritti corticosteroidi per ridurre l'infiammazione della gola e del fegato.

La mononucleosi infettiva è una malattia altamente contagiosa che può diffondersi facilmente attraverso il contatto stretto con una persona infetta, come la saliva o le goccioline respiratorie. Pertanto, è importante praticare l'igiene personale e mantenere una distanza adeguata dalle persone malate per prevenire la diffusione della malattia.

L'antigene di Forssman è un antigene carboidrato presente in alcune specie animali, come bovini, suini e cavalli, ma non nei primati, compresi gli esseri umani. Fu scoperto per la prima volta nel 1911 da Johan Forssman, un batteriologo svedese, mentre studiava i batteri Streptococcus.

L'antigene di Forssman è un glicolipide complesso che si trova sulla membrana cellulare di alcuni tessuti animali e può causare una reazione immunitaria in specie che non lo posseggono naturalmente, come gli esseri umani. Quando il sistema immunitario degli esseri umani entra in contatto con l'antigene di Forssman, può produrre anticorpi contro di esso, provocando una reazione di ipersensibilità di tipo II.

Questa reazione può causare sintomi come febbre, eruzioni cutanee, dolori articolari e, in casi gravi, insufficienza renale o altre complicazioni. L'antigene di Forssman è stato identificato in diversi tessuti animali, tra cui reni, fegato, cuore, cervello e muscoli scheletrici.

È importante notare che l'antigene di Forssman può anche essere presente in alcuni batteri e virus, come il meningococco e il citomegalovirus, e può svolgere un ruolo nella patogenesi delle malattie infettive.

Gli anticorpi sono proteine specializzate del sistema immunitario che vengono prodotte in risposta alla presenza di sostanze estranee, note come antigeni. Gli antigeni possono essere batteri, virus, funghi, parassiti o altre sostanze chimiche estranee all'organismo.

Gli anticorpi sono anche chiamati immunoglobuline e sono prodotti dalle cellule B del sistema immunitario. Ogni anticorpo ha una forma unica che gli permette di riconoscere e legarsi a un particolare antigene. Quando un anticorpo si lega a un antigene, aiuta a neutralizzarlo o a marcarlo per essere distrutto dalle altre cellule del sistema immunitario.

Gli anticorpi possono esistere in diversi tipi, come IgA, IgD, IgE, IgG e IgM, ciascuno con una funzione specifica nel sistema immunitario. Ad esempio, gli anticorpi IgG sono i più abbondanti e forniscono l'immunità umorale contro le infezioni batteriche e virali, mentre gli anticorpi IgE svolgono un ruolo importante nella risposta allergica.

In sintesi, gli anticorpi sono proteine importanti del sistema immunitario che aiutano a identificare e neutralizzare sostanze estranee per mantenere la salute dell'organismo.

Le immunoconglutinine sono anticorpi autoaggreganti presenti nel siero umano che giocano un ruolo nella clearance dei complessi immune. Sono costituiti da due classi, IgG e IgM, e possono essere rilevati in individui con varie condizioni patologiche come infezioni batteriche o virali, malattie autoimmuni, neoplasie maligne e dopo la somministrazione di vaccini. Tuttavia, l'aumento fisiologico delle immunoconglutinine si osserva anche durante la gravidanza e in risposta all'esercizio fisico intenso.

Le immunoconglutinine possono legare i complessi antigene-anticorpo (Ag-Ac) formati da IgG o IgM, promuovendo la loro agglutinazione e successiva eliminazione attraverso il sistema reticoloendoteliale. Un'eccessiva formazione di immunoconglutinine può portare alla formazione di fibrille insolubili, che possono depositarsi in vari tessuti e organi, causando danni e malattie come la sindrome nefrosica associata all'amiloidosi secondaria.

In sintesi, le immunoconglutinine sono anticorpi autoaggreganti che partecipano alla clearance dei complessi immune, ma un loro aumento eccessivo può causare danni tissutali e malattie.

Gli anticorpi virali sono una risposta specifica del sistema immunitario all'infezione da un virus. Sono proteine prodotte dalle cellule B del sistema immunitario in risposta alla presenza di un antigene virale estraneo. Questi anticorpi si legano specificamente agli antigeni virali, neutralizzandoli e impedendo loro di infettare altre cellule.

Gli anticorpi virali possono essere trovati nel sangue e in altri fluidi corporei e possono persistere per periodi prolungati dopo l'infezione, fornendo immunità protettiva contro future infezioni da parte dello stesso virus. Tuttavia, alcuni virus possono mutare i loro antigeni, eludendo così la risposta degli anticorpi e causando reinfezioni.

La presenza di anticorpi virali può essere rilevata attraverso test sierologici, che misurano la quantità di anticorpi presenti nel sangue. Questi test possono essere utilizzati per diagnosticare infezioni acute o croniche da virus e monitorare l'efficacia del trattamento.

Le prove di emagglutinazione sono un tipo di test di laboratorio utilizzati in medicina per determinare la presenza e il tipo di anticorpi o agglutinine nel sangue. Questi test sfruttano il fenomeno dell'emagglutinazione, che si verifica quando gli anticorpi presenti nel siero del sangue si legano a specifici antigeni situati sulla superficie di particelle o cellule estranee, come batteri o eritrociti (globuli rossi). Quando sufficienti anticorpi si legano agli antigeni, si forma un aggregato visibile chiamato "agglutinato".

Le prove di emagglutinazione vengono spesso utilizzate per identificare e tipizzare batteri o virus che causano malattie infettive. Ad esempio, il test di emagglutinazione di Weil-Felix viene utilizzato per diagnosticare la febbre tifoide, mentre il test di emagglutinazione degli anticorpi freddi (CAE) serve a identificare i diversi tipi di anticorpi freddi presenti nel sangue.

Inoltre, le prove di emagglutinazione vengono anche utilizzate per il gruppo sanguigno ABO e Rh, che sono fondamentali prima di una trasfusione di sangue o di un trapianto di organi. Questi test determinano la compatibilità dei gruppi sanguigni tra donatore e ricevente, prevenendo possibili reazioni avverse o trasfusioni errate.

In sintesi, le prove di emagglutinazione sono un importante strumento diagnostico in medicina che consente di rilevare la presenza di anticorpi specifici nel sangue e identificare i patogeni responsabili di malattie infettive.

Il test di fissazione mediante lattice è un esame diagnostico utilizzato in ortopedia per valutare la stabilità di una frattura o di una lesione articolare. Viene eseguito iniettando una piccola quantità di lattice di gomma liquido nello spazio tra le estremità delle ossa rotte.

Se il lattice mantiene la sua forma e non si disperde, ciò indica che le estremità ossee sono ben allineate e che la frattura è stabile. Al contrario, se il lattice si disperde, ciò suggerisce che le estremità ossee non sono adeguatamente allineate o che la frattura è instabile.

Questo test può essere particolarmente utile nella valutazione di fratture complesse o multiple, dove la stabilità della frattura può essere difficile da valutare clinicamente o radiograficamente. Tuttavia, l'uso del lattice per questo scopo è progressivamente meno comune a causa dell'introduzione di tecniche di imaging avanzate come la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica.

In medicina, una reazione falsa-positiva si verifica quando un test diagnostico indica la presenza di una condizione o sostanza specifica, mentre in realtà è assente. In altre parole, il risultato del test è positivo, ma non corrisponde alla reale situazione clinica del paziente.

Le reazioni false-positive possono verificarsi per diversi motivi, come ad esempio:

1. Interferenti endogeni: sostanze presenti naturalmente nell'organismo del paziente che possono interferire con il test, dando un risultato falso-positivo.
2. Contaminazione: la presenza di contaminanti esterni durante la fase di campionamento o analisi può influenzare i risultati del test.
3. Errori tecnici: errori commessi durante l'esecuzione del test, come ad esempio l'uso errato di reagenti o attrezzature, possono portare a risultati falsi-positivi.
4. Cross-reattività: alcuni test possono rilevare la presenza di anticorpi o altre sostanze simili a quelli che si stanno cercando, ma non identici, dando un risultato falso-positivo.
5. Bassa specificità del test: un test con bassa specificità può rilevare la presenza di una condizione anche in assenza di sintomi o segni clinici, aumentando il rischio di reazioni false-positive.

Le reazioni false-positive possono avere importanti implicazioni cliniche e psicologiche per i pazienti, compreso un possibile trattamento non necessario o inappropriato, stress emotivo e costi aggiuntivi. Pertanto, è fondamentale considerare sempre i risultati dei test insieme alla storia clinica del paziente, ai segni e sintomi presenti e ad altri fattori rilevanti per confermare o escludere una diagnosi.

La specificità degli anticorpi si riferisce alla capacità di un anticorpo di legarsi selettivamente e con alta affinità a un determinato epitopo o sito di legame su un antigene. Gli anticorpi sono prodotti dal sistema immunitario in risposta alla presenza di antigeni estranei, come batteri o virus. Ciascun anticorpo contiene regioni variabili che riconoscono e si legano a specifiche sequenze aminoacidiche o strutture tridimensionali sull'antigene.

La specificità degli anticorpi è fondamentale per il funzionamento del sistema immunitario, poiché consente di distinguere tra molecole self (proprie) e non-self (estranee). Un anticorpo altamente specifico sarà in grado di legare solo l'antigene a cui è diretto, mentre anticorpi meno specifici possono mostrare cross-reattività con diversi antigeni.

La specificità degli anticorpi può essere valutata attraverso vari metodi sperimentali, come l'immunoprecipitazione, l'ELISA (Enzyme-Linked Immunosorbent Assay) o il Western blotting. Questi test consentono di misurare la capacità di un anticorpo di legare selettivamente un antigene in mezzo a una miscela di altri antigeni e possono essere utilizzati per identificare e caratterizzare nuovi antigeni o per sviluppare test diagnostici per malattie infettive o autoimmuni.

In medicina, il termine "dosaggio immunologico" si riferisce a un test di laboratorio utilizzato per misurare la quantità o la concentrazione di una sostanza specifica, come un antigene o un anticorpo, in un campione biologico come il sangue o la saliva. Questo tipo di dosaggio sfrutta i principi dell'immunochimica e può essere utilizzato per diversi scopi, come la diagnosi di malattie infettive, il monitoraggio della risposta immunitaria a un vaccino o a una terapia immunologica, oppure per la rilevazione di sostanze chimiche o tossiche in un campione biologico.

Il dosaggio immunologico può essere eseguito con diverse tecniche analitiche, come l'ELISA (Enzyme-Linked Immunosorbent Assay), il RIA (Radioimmunoassay) o il CLIA (Chemiluminescent Immunoassay). Questi test si basano sulla capacità di un anticorpo di legarsi specificamente alla sua sostanza bersaglio, permettendo così di rilevare e quantificare la presenza della sostanza stessa.

In sintesi, il dosaggio immunologico è una metodologia di laboratorio utilizzata per misurare la concentrazione di una sostanza specifica in un campione biologico, sfruttando l'interazione antigene-anticorpo e i principi dell'immunochimica.

Gli anticorpi batterici sono proteine ​​prodotte dal sistema immunitario in risposta alla presenza di batteri estranei nell'organismo. Questi anticorpi vengono prodotti dalle cellule B, un tipo di globuli bianchi, e sono specificamente progettati per riconoscere e legare determinati antigeni presenti sulla superficie dei batteri invasori.

Una volta che gli anticorpi si legano ai batteri, possono neutralizzarli direttamente o marcarli per essere distrutti dalle altre cellule del sistema immunitario. Gli anticorpi batterici sono una parte importante della risposta immunitaria umorale e svolgono un ruolo cruciale nella protezione dell'organismo dalle infezioni batteriche.

Esistono diversi tipi di anticorpi, tra cui immunoglobuline A (IgA), immunoglobuline G (IgG), immunoglobuline M (IgM) e immunoglobuline E (IgE). Ciascuno di essi ha una funzione specifica nella risposta immunitaria e può essere prodotto in diverse quantità a seconda del tipo di batterio che infetta l'organismo.

In sintesi, gli anticorpi batterici sono proteine ​​prodotte dal sistema immunitario per riconoscere e neutralizzare i batteri estranei, svolgendo un ruolo cruciale nella difesa del corpo dalle infezioni.

Gli anticorpi monoclonali sono una tipologia specifica di anticorpi, proteine prodotte dal sistema immunitario che aiutano a identificare e neutralizzare sostanze estranee (come virus e batteri) nell'organismo. Gli anticorpi monoclonali sono prodotti in laboratorio e sono costituiti da cellule del sangue chiamate plasmacellule, che vengono stimolate a produrre copie identiche di un singolo tipo di anticorpo.

Questi anticorpi sono progettati per riconoscere e legarsi a specifiche proteine o molecole presenti su cellule o virus dannosi, come ad esempio le cellule tumorali o il virus della SARS-CoV-2 responsabile del COVID-19. Una volta che gli anticorpi monoclonali si legano al bersaglio, possono aiutare a neutralizzarlo o a marcarlo per essere distrutto dalle cellule immunitarie dell'organismo.

Gli anticorpi monoclonali sono utilizzati in diversi ambiti della medicina, come ad esempio nel trattamento di alcuni tipi di cancro, malattie autoimmuni e infiammatorie, nonché nelle terapie per le infezioni virali. Tuttavia, è importante sottolineare che l'uso degli anticorpi monoclonali deve essere attentamente monitorato e gestito da personale medico specializzato, poiché possono presentare effetti collaterali e rischi associati al loro impiego.

L'immunoglobulina M (IgM) è un tipo di anticorpo, una proteina importante del sistema immunitario che aiuta a combattere le infezioni. Gli anticorpi sono prodotti dalle cellule B, un tipo di globuli bianchi, in risposta a sostanze estranee (antigeni) come batteri, virus e tossine.

L'IgM è la prima immunoglobulina prodotta quando il sistema immunitario incontra un nuovo antigene. È presente principalmente nel sangue e nei fluidi corporei, dove circola legata a proteine chiamate "componenti del complemento". Quando l'IgM si lega a un antigene, attiva il sistema del complemento, che può causare la distruzione diretta delle cellule infette o facilitare la loro eliminazione da parte di altri componenti del sistema immunitario.

L'IgM è composta da cinque unità identiche di anticorpi legati insieme a formare una struttura pentamerica, il che le conferisce un'elevata affinità per l'antigene e la capacità di agglutinare (aggregare) particelle estranee. Tuttavia, l'IgM ha anche alcuni svantaggi: è relativamente instabile e può essere facilmente degradata, il che significa che non dura a lungo nel corpo. Inoltre, non attraversa facilmente le barriere dei tessuti, il che limita la sua capacità di raggiungere alcune aree del corpo.

In sintesi, l'immunoglobulina M (IgM) è un tipo importante di anticorpo che viene prodotto precocemente in risposta a nuovi antigeni e aiuta ad attivare il sistema del complemento per distruggere le cellule infette. Tuttavia, ha una durata relativamente breve e una limitata capacità di diffondersi nei tessuti del corpo.

L'immunoglobulina G (IgG) è un tipo di anticorpo, una proteina del sistema immunitario che aiuta a combattere le infezioni. È la forma più comune di anticorpi nel sangue umano e svolge un ruolo cruciale nella risposta immunitaria umorale.

Le IgG sono prodotte dalle plasmacellule, un tipo di globuli bianchi, in risposta a proteine estranee (antigeni) che invadono il corpo. Si legano specificamente agli antigeni e li neutralizzano o li marcano per essere distrutti dalle altre cellule del sistema immunitario.

Le IgG sono particolarmente importanti per fornire protezione a lungo termine contro le infezioni, poiché persistono nel sangue per mesi o addirittura anni dopo l'esposizione all'antigene. Sono anche in grado di attraversare la placenta e fornire immunità passiva al feto.

Le IgG sono divise in quattro sottoclassi (IgG1, IgG2, IgG3 e IgG4) che hanno diverse funzioni e proprietà specifiche. Ad esempio, le IgG1 e le IgG3 sono particolarmente efficaci nel legare i batteri e attivare il sistema del complemento, mentre le IgG2 e le IgG4 si legano meglio alle sostanze estranee più piccole come le tossine.

Un kit di reagenti diagnostici è un insieme di sostanze chimiche e materiali utilizzati per condurre test di laboratorio finalizzati alla diagnosi di specifiche condizioni mediche o malattie. Questi kit contengono solitamente tutto il necessario per eseguire l'analisi, comprese istruzioni dettagliate su come preparare e utilizzare i reagenti, nonché su come interpretare i risultati ottenuti.

I componenti di un kit di reagenti diagnostici possono includere enzimi, anticorpi, substrati, coloranti, soluzioni tampone e altri materiali chimici necessari per svolgere una particolare procedura di testing. Alcuni kit possono essere utilizzati direttamente dal personale medico in ospedali o cliniche, mentre altri sono destinati all'uso in laboratori specializzati dove vengono eseguiti test più sofisticati e complessi.

L'utilizzo di kit di reagenti diagnostici consente di standardizzare i processi di testing, ridurre il rischio di errori umani e garantire la riproducibilità dei risultati. Inoltre, possono anche contribuire a velocizzare il processo di diagnosi, poiché forniscono risultati precisi e affidabili in un tempo relativamente breve. Tuttavia, è importante seguire attentamente le istruzioni fornite con ogni kit per garantire che i test siano eseguiti correttamente e che i risultati siano interpretati in modo appropriato.

L'herpesvirus umano 4, noto anche come Epstein-Barr virus (EBV), è un tipo di herpesvirus che causa l'infezione del morbillo della bocca (glandolare) e la mononucleosi infettiva (malattia del bacio). L'EBV si diffonde principalmente attraverso la saliva e può anche diffondersi attraverso il contatto sessuale, il trapianto di organi o la trasfusione di sangue.

Dopo l'infezione iniziale, l'EBV rimane latente nel corpo per tutta la vita e può riattivarsi periodicamente, causando recrudescenze della malattia o aumentando il rischio di alcuni tipi di cancro, come il linfoma di Hodgkin e il carcinoma nasofaringeo.

L'EBV è un virus a DNA a doppio filamento che appartiene alla famiglia Herpesviridae. Si lega alle cellule epiteliali della mucosa orale e successivamente infetta i linfociti B, dove può stabilire una infezione latente permanente.

La diagnosi di EBV si basa solitamente sui sintomi clinici e sui risultati dei test di laboratorio, come il dosaggio degli anticorpi contro l'EBV o la rilevazione del DNA virale nel sangue o nelle cellule infette. Il trattamento dell'infezione primaria da EBV è solitamente sintomatico e supportivo, mentre il trattamento delle complicanze o delle infezioni secondarie può richiedere farmaci antivirali specifici o immunosoppressori.

La formazione di anticorpi, nota anche come risposta umorale, è un processo cruciale del sistema immunitario che si verifica quando il corpo viene esposto a sostanze estranee dannose, come batteri, virus o tossine. Gli anticorpi sono proteine specializzate prodotte dai linfociti B, un tipo di globuli bianchi, in risposta all'esposizione a tali antigeni.

Una volta che un antigene entra nel corpo, si lega a un recettore specifico su un linfocita B attivandolo. Questo processo stimola la proliferazione e la differenziazione del linfocita B in plasmacellule, che secernono grandi quantità di anticorpi specifici per quell'antigene. Questi anticorpi si legano all'antigene, neutralizzandolo o marcandolo per essere distrutto dalle altre cellule del sistema immunitario.

Gli anticorpi possono persistere nel sangue per periodi prolungati dopo l'esposizione a un antigene, fornendo una protezione duratura contro future infezioni da parte di quel patogeno specifico. Questo fenomeno è noto come immunità umorale ed è uno dei due rami principali della risposta immunitaria adattativa, insieme alla risposta cellulo-mediata.

Gli anticorpi neutralizzanti sono una particolare classe di anticorpi che hanno la capacità di neutralizzare o inattivare un agente patogeno, come batteri o virus, impedendogli di infettare le cellule ospiti e riprodursi. Questi anticorpi riconoscono specificamente determinati epitopi (parti) degli agenti patogeni, legandosi ad essi e bloccando la loro interazione con i recettori delle cellule ospiti. In questo modo, gli anticorpi neutralizzanti prevengono l'ingresso del patogeno nelle cellule e ne limitano la diffusione nell'organismo.

Gli anticorpi neutralizzanti possono essere prodotti naturalmente dal sistema immunitario in risposta a un'infezione o dopo la vaccinazione. In alcuni casi, gli anticorpi neutralizzanti possono anche essere utilizzati come trattamento terapeutico per le malattie infettive, ad esempio attraverso l'infusione di plasma convalescente contenente anticorpi neutralizzanti da donatori guariti.

È importante notare che non tutti gli anticorpi prodotti in risposta a un'infezione o alla vaccinazione sono neutralizzanti. Alcuni anticorpi possono legarsi al patogeno senza necessariamente bloccarne l'attività infettiva, mentre altri possono persino contribuire all'infiammazione e alla malattia. Pertanto, la capacità neutralizzante degli anticorpi è un fattore importante da considerare nello sviluppo di vaccini e trattamenti immunologici efficaci contro le infezioni.

L'affinità anticorpale si riferisce alla forza e all'specificità con cui un anticorpo si lega a un antigene. Questa interazione è determinata dalla forma tridimensionale complementare delle regioni variabili dell'anticorpo (paratopo) e dell'antigene (epitopo).

L'affinità anticorpale può essere misurata quantitativamente attraverso diversi metodi, come l'equilibrio di legame o il metodo di competizione. Un'alta affinità indica una forte interazione tra antigene ed anticorpo, con una costante di dissociazione (Kd) bassa, mentre una bassa affinità si traduce in una debole interazione e una Kd più alta.

L'affinità anticorpale è un fattore importante nella risposta immunitaria e influenza l'efficacia della vaccinazione, la diagnosi di malattie infettive e il trattamento con farmaci a base di anticorpi monoclonali. Anticorpi con alta affinità sono generalmente più efficaci nel neutralizzare o eliminare l'antigene target, poiché richiedono meno molecole per legarsi e mantenere il contatto con l'antigene.

La tecnica di immunofluorescenza (IF) è un metodo di laboratorio utilizzato in patologia e medicina di laboratorio per studiare la distribuzione e l'localizzazione dei vari antigeni all'interno dei tessuti, cellule o altri campioni biologici. Questa tecnica si basa sull'uso di anticorpi marcati fluorescentemente che si legano specificamente a determinati antigeni target all'interno del campione.

Il processo inizia con il pretrattamento del campione per esporre gli antigeni e quindi l'applicazione di anticorpi primari marcati fluorescentemente che si legano agli antigeni target. Dopo la rimozione degli anticorpi non legati, vengono aggiunti anticorpi secondari marcati fluorescentemente che si legano agli anticorpi primari, aumentando il segnale di fluorescenza e facilitandone la visualizzazione.

Il campione viene quindi esaminato utilizzando un microscopio a fluorescenza, che utilizza luce eccitante per far brillare i marcatori fluorescenti e consentire l'osservazione dei pattern di distribuzione degli antigeni all'interno del campione.

La tecnica di immunofluorescenza è ampiamente utilizzata in ricerca, patologia e diagnosi clinica per una varietà di applicazioni, tra cui la localizzazione di proteine specifiche nelle cellule, lo studio dell'espressione genica e la diagnosi di malattie autoimmuni e infettive.

Gli anticorpi anti-idiotipici sono una classe speciale di anticorpi che possono essere prodotti dal sistema immunitario in risposta a un'altra classe di anticorpi. Questi anticorpi si legano alla regione variabile dell'antigene, nota come "idiotipo", situata sulla superficie delle molecole degli anticorpi.

Gli idiotipi sono sequenze uniche di amminoacidi che conferiscono all'anticorpo la sua specificità per il suo antigene target. Gli anticorpi anti-idiotipici possono essere utilizzati in vari contesti, come ad esempio nella ricerca scientifica per studiare la struttura e la funzione degli anticorpi, o in terapia per modulare la risposta immune.

Tuttavia, è importante notare che gli anticorpi anti-idiotipici possono anche avere effetti immunosoppressivi, poiché possono bloccare l'attività degli anticorpi a cui si legano. Pertanto, la loro produzione e utilizzo devono essere attentamente monitorati e gestiti per evitare conseguenze negative sulla salute del paziente.

Gli "siti leganti degli anticorpi" si riferiscono alle regioni specifiche sulla superficie di un anticorpo che sono responsabili del riconoscimento e del legame con un antigene corrispondente. Questi siti sono generalmente costituiti da sequenze amminoacidiche variabili (Fv) situate nella porzione Fab dell'anticorpo, che conferiscono all'anticorpo la sua specificità per un particolare antigene.

Gli anticorpi sono proteine del sistema immunitario prodotte dalle plasmacellule B in risposta a un antigene estraneo. Ogni anticorpo è composto da due catene pesanti e due catene leggere, legate insieme da ponti disolfuro e interazioni non covalenti. Le regioni variabili di queste catene formano la regione Fv, che contiene i siti leganti dell'anticorpo.

I siti leganti degli anticorpi sono estremamente specifici per il loro antigene corrispondente e possono distinguere differenze minime nella struttura molecolare tra diversi antigeni. Questa specificità è alla base della capacità del sistema immunitario di identificare e neutralizzare agenti patogeni estranei, come batteri e virus.

In sintesi, i siti leganti degli anticorpi sono le regioni variabili sulla superficie degli anticorpi che riconoscono e si legano specificamente agli antigeni corrispondenti, giocando un ruolo cruciale nella risposta immunitaria dell'organismo.

Gli "HIV Antibodies" (anticorpi contro l'HIV) si riferiscono a specifiche proteine prodotte dal sistema immunitario umano in risposta all'infezione da virus dell'immunodeficienza umana (HIV). Questi anticorpi vengono rilevati nel sangue delle persone infette dall'HIV e sono utilizzati come marker per la diagnosi di infezione da HIV.

Quando il virus dell'HIV entra nel corpo, si moltiplica all'interno delle cellule CD4+ (un tipo di globuli bianchi) e gradualmente distrugge il sistema immunitario della persona infetta. Il sistema immunitario risponde producendo anticorpi contro l'HIV per cercare di neutralizzarlo ed eliminarlo. Questi anticorpi possono essere rilevati nel sangue delle persone infette dall'HIV utilizzando test sierologici, come il test ELISA o il test Western blot.

È importante notare che la presenza di anticorpi contro l'HIV non conferisce immunità alla malattia e le persone infette dall'HIV possono ancora trasmettere il virus ad altre persone attraverso contatti sessuali, contatto con sangue infetto o da madre a figlio durante la gravidanza, il parto o l'allattamento.

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L'herpes labiale, noto anche come herpes simplex labialis, è un'infezione comune del gruppo delle herpes simplex (HSV) che causa la formazione di vesciche dolorose e fastidiose intorno alle labbra e alla bocca. Di solito è causato dal tipo 1 dell'herpes simplex virus (HSV-1), sebbene possa anche essere causato dal tipo 2 (HSV-2).

L'infezione si verifica quando il virus entra in contatto con la pelle o le mucose, di solito attraverso baci, condivisione di posate, toccare gli oggetti usati dalla persona infetta o durante il parto da una madre infetta al bambino. Una volta che il virus ha infettato un individuo, può rimanere inattivo (in fase di latenza) nei nervi del viso per periodi di tempo variabili e riattivarsi periodicamente, causando un nuovo focolaio di herpes labiale.

I sintomi dell'herpes labiale includono:

1. Prurito, formicolio o bruciore intorno alle labbra prima della comparsa delle vesciche.
2. Vescicole piene di liquido che si rompono e si fondono in ulcere dolorose.
3. Gonfiore e arrossamento della pelle circostante.
4. Dolore o difficoltà a mangiare, bere o parlare a causa delle ulcerazioni.
5. Linfonodi ingrossati nel collo.

L'herpes labiale di solito dura da 7 a 10 giorni e può essere trattato con farmaci antivirali per alleviare i sintomi e accelerare il tempo di guarigione. Tuttavia, non esiste una cura definitiva per l'herpes labiale, poiché il virus rimane nel corpo dopo l'infezione iniziale e può riattivarsi periodicamente.

È importante evitare il contatto con le persone durante un focolaio di herpes labiale per prevenire la diffusione del virus ad altre persone, soprattutto a coloro che sono particolarmente suscettibili all'infezione, come neonati, bambini piccoli e persone con sistema immunitario indebolito.

L'herpes simplex è una comune infezione virale causata dal virus Herpes Simplex (HSV). Ci sono due tipi principali di questo virus, HSV-1 e HSV-2. L'HSV-1 è generalmente associato all'herpes labiale o del "guanciale", che causa vesciche o ulcere dolorose intorno alla bocca, mentre l'HSV-2 è solitamente responsabile dell'herpes genitale, causando vesciche o ulcere simili sulle aree genitali. Tuttavia, entrambi i tipi possono causare infezioni sia orali che genitali.

Dopo l'infezione iniziale, il virus entra nel sistema nervoso e può rimanere inattivo (latente) per periodi di tempo variabili. In alcune persone, il virus può riattivarsi periodicamente, provocando nuovamente sintomi e lesioni.

La trasmissione dell'herpes simplex si verifica principalmente attraverso il contatto diretto con le lesioni o le secrezioni infette. Il virus può essere trasmesso anche quando non ci sono lesioni visibili, soprattutto durante la riattivazione asintomatica del virus.

È importante notare che l'herpes simplex è una condizione cronica e ricorrente, il che significa che una volta che si ha l'infezione, di solito rimane nel corpo per tutta la vita. Non esiste una cura definitiva per l'herpes simplex, ma i farmaci antivirali possono aiutare a gestire i sintomi e prevenire le complicanze.

Un vaccino varicelloso, noto anche come vaccino contro la varicella, è un preparato immunizzante utilizzato per prevenire l'infezione da virus della varicella-zoster (VZV), che causa la varicella. Il vaccino contiene una forma attenuata del virus VZV, che stimola il sistema immunitario a produrre una risposta immunitaria senza causare la malattia stessa.

Il vaccino viene generalmente somministrato in due dosi, con la prima dose raccomandata tra i 12 e i 15 mesi di età e la seconda dose raccomandata tra i 4 e i 6 anni di età. Il vaccino è anche raccomandato per gli adolescenti e gli adulti che non hanno precedentemente avuto la varicella o non sono stati vaccinati, specialmente quelli a rischio di esposizione al virus, come il personale sanitario.

Il vaccino varicelloso è stato dimostrato essere efficace nel prevenire la varicella nella maggior parte dei vaccinati e può anche ridurre la gravità della malattia in coloro che contraggono comunque l'infezione dopo la vaccinazione. Tuttavia, come con qualsiasi vaccino, possono verificarsi effetti collaterali lievi, come dolore o arrossamento nel sito di iniezione, febbre e rash cutanei.

In generale, il vaccino varicelloso è considerato sicuro ed efficace e ha contribuito a ridurre significativamente l'incidenza e la gravità della varicella negli Stati Uniti e in altri paesi dove è ampiamente utilizzato.

L'human herpesvirus 6 (HHV-6) è uno dei membri della famiglia Herpesviridae, noti per causare infezioni nel genere umano. Esistono due tipi di HHV-6, denominate HHV-6A e HHV-6B.

HHV-6 è un virus a DNA a doppio filamento che si caratterizza per avere una dimensione di circa 150-200 nanometri. Il genoma virale è circondato da una capsula icosaedrica proteica e una membrana lipidica, acquisita durante il processo di uscita dalla cellula ospite.

HHV-6B è comunemente associato all'infezione primaria nota come rosolia infantile o sesta malattia, che si verifica generalmente nei bambini di età inferiore a 2 anni. L'infezione primaria provoca sintomi simil-influenzali lievi, come febbre, eruzione cutanea e linfonodi ingrossati. Dopo l'infezione primaria, il virus rimane in uno stato latente nei linfociti T CD4 positivi del midollo osseo e delle ghiandole surrenali per tutta la vita.

HHV-6A è meno ben compreso di HHV-6B e può essere associato a diverse condizioni, tra cui encefalite, meningite e patologie neurologiche. Tuttavia, l'associazione causale non è stata completamente stabilita.

L'infezione da HHV-6 può occasionalmente riattivarsi, soprattutto in individui con sistema immunitario indebolito, come trapiantati di organi solidi o pazienti con AIDS. La riattivazione può causare sintomi lievi o gravi a seconda dell'immunocompetenza del soggetto.

È importante notare che l'infezione da HHV-6 non è inclusa nel gruppo delle malattie sessualmente trasmissibili (MST) e può essere trasmessa attraverso il contatto con sangue infetto, trasfusioni di sangue o organi infetti e da madre a figlio durante la gravidanza o l'allattamento.

L'herpesvirus umano 8 (HHV-8), noto anche come herpesvirus associato al sarcoma di Kaposi (KSHV), è un tipo di virus herpes che causa diverse malattie, tra cui il sarcoma di Kaposi, un tumore dei vasi sanguigni. Il virus si trasmette principalmente attraverso il contatto con la saliva, il sangue o il sesso. Dopo l'infezione iniziale, il virus rimane nel corpo a vita e può riattivarsi periodicamente, causando sintomi come febbre, gonfiore dei linfonodi e eruzioni cutanee. Il sarcoma di Kaposi è più comune nelle persone con sistema immunitario indebolito, come quelle con HIV/AIDS. È importante notare che il HHV-8 non causa l'herpes genitale, che è causato dal virus herpes simplex 2 (HSV-2).

Causa la mononucleosi ad anticorpi eterofili negativa. Infine, poiché il feto è da considerarsi immunologicamente immaturo, il ...
... con produzione di un pattern di anticorpi tipici, tra cui patognomonici anticorpi eterofili, responsabili di alcune complicanze ... La diagnosi si fa attraverso la reazione di Paul-Bunnell, in grado di dimostrare gli anticorpi eterofili presenti in corso di ... In tutte le forme similari è negativa la sierologia per anticorpi eterofili da cui l'apposito test, reazione di Paul-Bunnell. ... Questi anticorpi scompaiono con la remissione sintomatologica e lasciano il posto alle IgG anti-VCA e anti-EBNA che rimangono ...
In un paziente sano, il siero contiene bassi titoli di anticorpi eterofili del gruppo delle agglutinine, capaci di reagire con ... a causa della scarsa risposta agli anticorpi eterofili, inoltre possono presentarsi falsi negativi in caso il test sia svolto ... Il test si basa sulla presenza o meno, nel siero sanguigno, di anticorpi caratteristici della mononucleosi, presenti nel 90% ... Mononucleosi infettiva Agglutinine Anticorpo Siero sanguigno Portale Medicina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di ...
Utile anche l'esecuzione della proteina C-reattiva, in genere elevata, e del monotest o test per gli anticorpi eterofili al ...
Causa la mononucleosi ad anticorpi eterofili negativa. Infine, poiché il feto è da considerarsi immunologicamente immaturo, il ...
4) Anticorpi eterofili. La risposta corretta è la risposta numero: 4. Risposta Corretta Nr. 4. Anticorpi esterofili. *perchè ... sono alcune tra le fonti di questi anticorpi interferenti. La positività agli anticorpi eterofili, pur non determinando ... Quando si sospetta tale interferenza è necessario effettuare un pretrattamento con reagenti bloccanti gli anticorpi eterofili. ... devono farci sospettare la presenza di anticorpi eterofili.. In caso di discordanza tra i dati di laboratorio, la clinica e ...
... test degli anticorpi eterofili) è NEGATIVO e i test seguenti (VCA IgG, VCA IgM e EBNA) risultano inconcludenti. E anche un ... VIRUS EPSTEIN BARR [EBV] ANTICORPI (EA ). *Eseguibile il sabato: SI. *Eseguibile presso: Tutte, CDI Bionics Citylife, CDI ...
ABSTRACT INTRODUZIONE: Il dosaggio delle troponine ultrasensibili (TnI-HS e TnT-HS) rappresenta il gold standard per la diagnosi delle Sindromi Coronariche Acute, soprattutto quando si associa a segni e sintomi caratteristici. La presenza di elevati valori sierici di troponine si può riscontrare anche in differenti patologie cardiache quali miopericarditi, embolia ...
A ricerca di anticorpi eterofili B test epatici C ricerca crioagglutinine D* glicemia ... D sono documentabili anticorpi contro alloantigeni piastrinici (HPA-1a o altri) E vi possono essere episodi emorragici maggiori ... A gli anticorpi antipiastrine non attraversano la barriera placentare B* il numero dei megacariociti midollari è aumentato ... Nella malattia emolitica del neonato da incompatibilità ABO, gli anticorpi sono prodotti: A dal feto B dal padre C* dalla madre ...
Anticorpi eterofili (autoanticorpi e anticorpi formati dopo lesposizione a prodotti animali che interagiscono con gli ... Questo perché ci sono così tante molecole di hCG che saturano separatamente sia il tracciante che gli anticorpi e ciò non ... È degno di nota il fatto che vengano utilizzate nei test ;commerciali; molte diverse combinazioni di anticorpi.. Ciò si traduce ... è un test immunocromatografico rapido puramente qualitativo che usa una combinazione di anticorpi che include lanticorpo HCG ...
Gli anticorpi eterofili sono misurati utilizzando vari test di agglutinazione su carta (monospot). Tuttavia, gli anticorpi ... Eseguire il test degli anticorpi eterofili o il dosaggio degli anticorpi specifici del virus di Epstein-Barr. ... Il titolo e la prevalenza degli anticorpi eterofili aumenta durante la 2a e la 3a settimana di malattia. Per cui, se la ... È importante sottolineare che il test degli anticorpi eterofili può essere falsamente positivo in alcuni pazienti con infezione ...
Inoltre, gli anticorpi eterofili o la produzione di interferone-gamma non specifico (IFN-gamma) da altre condizioni ... Questo può verificarsi a causa di effetti anticorpali eterofili o di un non specifico, il campo IFN in circolazione nel ...
... della malattia con un test di screening IM per anticorpi eterofili. Lespressione di GFP e Hsp-70 nelle rotule del ratto è ... della malattia con un test di screening IM per anticorpi eterofili. Lespressione di GFP e Hsp-70 nelle rotule del ratto è ... della malattia con un test di screening IM per anticorpi eterofili. Lespressione di GFP e Hsp-70 nelle rotule del ratto è ...
Test anticorpi COVID: test sierologico (tradizionale) anticorpi IgG anti SARS-CoV-2. ... Test anticorpi COVID: test sierologico (tradizionale) anticorpi IgM anti SARS-CoV-2. ... Virus di Epstein-Barr (EBV) anticorpi IgG (EA o EBNA o VCA) (EIA). ... Virus di Epstein-Barr (EBV) anticorpi IgM (EA o EBNA o VCA) (EIA). ...
WBC = (n eterofili e eosinofili/mm3 x 100)/(% eterofili ed eosinofili). Cè il rischio di confondere trombociti e piccoli ... Gli anticorpi migrano prevalentemente a livello delle gamma globuline.. Albumine I livelli di siero albumine variano in maniera ... Gli eterofili sono spesso contati erroneamente insieme ai meno comuni eosinofili. Gli eterofili in genere hanno granuli ... Eterofili. Ci sono differenze nellattività degli eterofili e degli eosinofili, infatti, gli eosinofili aumentano sotto ...
VIRUS EPSTEIN BARR (EBV) ANTICORPI (EA o EBNA o VCA) VIRUS EPSTEIN BARR (EBV) ANTICORPI ETEROFILI (TEST RAPIDO)(MONOTEST) ... TREPONEMA PALLIDUM ANTICORPI (RIC.QUALITAT.CON EMOAGGLUTIN.PASSIVA) (TPHA) TREPONEMA PALLIDUM ANTICORPI (RIC.QUANTIT.CON ... VIRUS HERPES SIMPLEX (TIPO 1 o 2) ANTICORPI IgM. VIRUS IMMUNODEF.ACQUISITA (HIV 1) ANTICORPI IMMUNOBLOTTING (SAGGIO DI CONFERMA ... VIRUS IMMUNODEF.ACQUISITA (HIV 1-2) ANTICORPI VIRUS IMMUNODEF.ACQUISITA (HIV 1-2) ANTICORPI IMMUNOBLOTTING (SAGGIO DI CONFERMA ...
VIRUS EPSTEIN BARR (EBV) ANTICORPI (EA o EBNA o VCA) TITOL. VIRUS EPSTEIN BARR (EBV) ANTICORPI ETEROFILI (TEST RAPIDO)(MONOTEST ... TREPONEMA PALLIDUM ANTICORPI (RIC.QUALITAT.CON EMOAGGLUTIN.PASSIVA) (TPHA) TREPONEMA PALLIDUM ANTICORPI (RIC.QUANTIT.CON ... ANTICORPI ANTI GLIADINA DEAMIDATA (DGP-AGA) IgG (CELIACHIA DEFICIT IgA FOLLOW UP). ... Informazioni sulla prestazione virus coxsackie (b1,b2,b3,b4,b5,b6) anticorpi titol.(f.c.) ...
Gli anticorpi eterofili sono misurati utilizzando vari test di agglutinazione su carta (monospot). Tuttavia, gli anticorpi ... Eseguire il test degli anticorpi eterofili o il dosaggio degli anticorpi specifici del virus di Epstein-Barr. ... Il titolo e la prevalenza degli anticorpi eterofili aumenta durante la 2a e la 3a settimana di malattia. Per cui, se la ... È importante sottolineare che il test degli anticorpi eterofili può essere falsamente positivo in alcuni pazienti con infezione ...
Se hai la tiroidite di Hashimoto, produci autoanticorpi della classe degli eterofili. Ora, la definizione di anticorpo ... è veritiero perché gli anticorpi eterofili interferiscono con il test e, in particolare, sarà falsamente normale. ...
... per la scoperta di anticorpi naturali contro antigeni eterofili e per limpiego della ciclosporina come farmaco ... gli anticorpi monoclonali anti-interleuchina-2 (basiliximab, daclizumab).. INTERVENTI COLLADAUTI. Lo sviluppo di farmaci anti- ... Questi anticorpi riconoscevano strutture molecolari rappresentate da residui carboidratici prodotti da un enzima (alfa -1,3 ... per indurre uno stato di tolleranza verso cellule o organi non self allo scopo di prevenire e curare il rigetto anticorpo- ...
Anticorpi epatici. < Anticorpi eterofili. < Anticorpi fosfospecifici. < Anticorpi insulinici. < Anticorpi micotici. < Anticorpi ... Anticorpi catalitici. < Anticorpi degli Archaea. < Anticorpi del HIV. < Anticorpi del HTLV-II. < Anticorpi del HTLV. < ... Anticorpi del deltaretrovirus. < Anticorpi dellepatite A. < Anticorpi dellepatite B. < Anticorpi dellepatite C. < Anticorpi ... Anticorpi antineutrofili anticitoplasma. < Anticorpi antinucleari. < Anticorpi batterici. < Anticorpi bispecifici. < Anticorpi ...
WBC = (n eterofili e eosinofili/mm3 x 100)/(% eterofili ed eosinofili). Cè il rischio di confondere trombociti e piccoli ... Gli anticorpi migrano prevalentemente a livello delle gamma globuline.. Albumine I livelli di siero albumine variano in maniera ... Gli eterofili sono spesso contati erroneamente insieme ai meno comuni eosinofili. Gli eterofili in genere hanno granuli ... Eterofili. Ci sono differenze nellattività degli eterofili e degli eosinofili, infatti, gli eosinofili aumentano sotto ...
VIRUS EPSTEIN BARR (EBV) ANTICORPI ETEROFILI (R.PAUL BUNNEL DAVIDSOHN) VIRUS IMMUNODEF.ACQUISITA (HIV) ANALISI QUANTIT.DI RNA ( ... ANTICORPI ANTI TRANSGLUTAMINASI (AtTG) IgA (CELIACHIA FOLLOW UP). ANTICORPI ANTI GLIADINA DEAMIDATA (DGP-AGA) IgG (CELIACHIA ... TREPONEMA PALLIDUM ANTICORPI (RIC.QUALITAT.CON EMOAGGLUTIN.PASSIVA) (TPHA) TREPONEMA PALLIDUM ANTICORPI ANTI CARDIOLIPINA ( ... VIRUS IMMUNODEF.ACQUISITA (HIV 1-2) ANTICORPI VIRUS IMMUNODEF.ACQUISITA (HIV 1-2) ANTICORPI IMMUNOBLOTTING (SAGGIO DI CONFERMA ...
VIRUS EPSTEIN BARR (EBV) ANTICORPI ETEROFILI (R.PAUL BUNNEL DAVIDSOHN) VIRUS EPSTEIN BARR (EBV) ANTICORPI ETEROFILI (TEST ... ANTICORPI ANTI ERITROCITI (COOMBS INDIRETTO) ANTICORPI ANTI GLIADINA DEAMIDATA (DGP-AGA) IgG (CELIACHIA DEFICIT IgA FOLLOW UP) ... VIRUS EPSTEIN BARR (EBV) ANTICORPI (EA o EBNA o VCA) ... ANTICORPI ANCA (c-ANCA CITOPLASMATICI). ANTICORPI ANCA (p-ANCA ... VIRUS COXSACKIE (B1,B2,B3,B4,B5,B6) ANTICORPI TITOL.(I.F.) ... ANTICORPI ANTI NUCLEO (ANA) ANTICORPI ANTI NUCLEO (ANA) REFLEX ...
  • E' un est di terzo livello nella diagnosi di mononucleosi infettiva, specialmente in situazioni in cui i risultati dei test iniziale (test degli anticorpi eterofili) è NEGATIVO e i test seguenti (VCA IgG, VCA IgM e EBNA) risultano inconcludenti. (cdi.it)
  • Il test delle urine, che a differenza di quello del sangue richiede un minimo di preparazione (bisognerebbe evitare di assumere una quantità eccessiva di liquidi prima del test), è un test immunocromatografico rapido puramente qualitativo che usa una combinazione di anticorpi che include l'anticorpo HCG monoclonale per individuare selettivamente alti livelli di HCG. (segretiperstarbene.it)
  • Anticorpi eterofili (autoanticorpi e anticorpi formati dopo l'esposizione a prodotti animali che interagiscono con gli anticorpi del test). (segretiperstarbene.it)
  • La positività agli anticorpi eterofili, pur non determinando problemi clinici, può causare falsi positivi o falsi negativi agli immuno-assay, in base al sito dell'interferenza. (societaitalianadiendocrinologia.it)
  • Quando si sospetta tale interferenza è necessario effettuare un pretrattamento con reagenti bloccanti gli anticorpi eterofili. (societaitalianadiendocrinologia.it)
  • Questo perché ci sono così tante molecole di hCG che saturano separatamente sia il tracciante che gli anticorpi e ciò non consente l'intermezzo dell'anticorpo tracciante-hCG necessario per la misurazione. (segretiperstarbene.it)